La Palude di Torre Flavia è una stazione di ricerca scientifica LTER del Mipaaft per la conservazione e tutela dell'avifauna e della Maremma
Il territorio del Monumento Naturale Palude di Torre Flavia si estende lungo la costa per circa 40 ettari compresi tra Cerveteri e Ladispoli, sotto la gestione del Servizio Aree Protette della Città Metropolitana di Roma Capitale. In alcuni tratti il territorio dell'Oasi è separato dal mare da un esiguo accumulo sabbioso e in altri raggiunto dal mare, che mette a nudo parte dei sedimenti anticamente originatisi dal lento accumulo di materia organica proveniente da residui di piante, alghe e animali morti, costituita da un fango molto scuro. Parte dell'area sommersa è oggetto di attività produttiva, grazie alla presenza di un impianto di pescicoltura sostenibile, la cui gestione contribuisce alla manutenzione della Palude.Il paesaggio è quello delle aree umide costiere, che in passato erano diffuse lungo le coste laziali, quando esisteva un vasto sistema di acquitrini e paludi salmastre. Dietro la spiaggia (oggetto di intensa erosione ed arretramento), corre un cordone dunale, che delimita la palude vera e propria. Questa è formata da piscine, stagni e canali, inframmezzati da lingue di terra, coperte da un fitto e inaccessibile cannucceto, che penetra fino al cuore della palude. A dare il nome all'area protetta è una torre cinquecentesca, oggi parzialmente distrutta dall'erosione marina e da un bombardamento durante la seconda guerra mondiale. Fu eretta, probabilmente sui resti di una costruzione più antica, dal cardinale Flavio Orsini su ordine di papa Leone X, nell'ambito del sistema difensivo dello Stato Pontificio e in stretta connessione con il Castello di Palo, che ospitava allora una guarnigione. Da notare lo spostamento della posizione della torre rispetto alla costa, forse il segno più immediato dell'erosione costiera: posta all'interno nel XVI secolo, lambita dall'acqua del mare nella prima metà del XX secolo, la torre è oggi collegata alla terraferma da una massicciata artificiale. La torre è stata danneggiata da un bombardamento effettuato durante la seconda guerra mondiale. Il monumento naturale è stato istituito con D.P.R.L. 24 marzo 1997, n. 613 (B.U.R. 20 agosto 1997, n. 23).na zona umida di grande importanza per la tutela dell'avifauna migratoria e per la conservazione di un ultimo lembo dell'antica maremma laziale.
Progetto "L'ISOLA DEL TESORO"
Obiettivo generale:
Le escursioni didattiche affronteranno operativamente alcune tematiche ambientali estremamente attuali all’interno di un percorso logico V-M-R che dall’analisi dei Valori di Biodiversità nell’area protetta (metaforicamente designata come ’Isola del Tesoro’) hanno toccato anche il tema delle Minacce (utilizzando la metafora dei ‘Pirati’) e delle Risposte gestionali che l’Ente parco (la Città Metropolitana di Roma Capitale) ha avviato nei suoi 20 anni di attività.
Lungi dall’essere solamente coinvolti in modo passivo con lezioni frontali, gli studenti hanno partecipato attivamente alle varie fasi del percorso didattico V-M-R. In particolare, una volta acquisite le informazioni sul Valore rappresentato dalle componenti ambientali presenti nel Parco, anche osservando l’avifauna acquatica e effettuando raccolte dirette di materiale biologico vivente (in particolare, pesci e crostacei che sono stati raccolti, classificati, allevati e poi rilasciati), gli stessi hanno indagato su tutte le Minacce presenti raccogliendo materiale fotografico e reperti che sono stati collocati su oltre 30 pannelli realizzati dalle varie classi e collocati nell’area protetta allo scopo di incrementare la consapevolezza dei fruitori. Inoltre durante le escursioni didattiche, gli studenti hanno contribuito a realizzare un muretto in sassi di oltre 1000 metri in lunghezza con la funzione di delimitazione dei nidi di Corriere piccolo (Charadrius dubius) e Fratino (Charadrius alexandrinus), due specie di uccelli che nidificano a terra sulle dune e quindi sono particolarmente vulnerabili al calpestio involontario dei bagnanti (inserite in All. 1 Dir. 79/409/CEE). In tal modo, attraverso la conoscenza dei Valori e delle Minacce della ‘loro’ area protetta e la realizzazione dei pannelli didattici e dei muretti a tutela dei nidi gli studenti hanno anche partecipato alle strategie di Risposta dell’Ente parco, collaborando attivamente alla gestione.
Questo percorso si inserisce anche in un ambito educativo più ampio ed estremamente attuale, ponendosi come obiettivo anche quello di incrementare il contatto diretto con la natura delle nuove generazioni riducendo la sindrome da ‘deficit di natura’ che caratterizza queste classi di età.
Riepilogo Progetto ISOLA DEL TESORO 1° ANNO
Durante l’anno scolastico 2015-2016 3571 studenti appartenenti a 52 classi dell’I.C. “Corrado Melone” di Ladispoli hanno frequentato l’area protetta nell’ambito del Progetto che ha previsto anche il rispristino dell’AULA VERDE all’interno dell’Istituto dove è collocata la ‘Piccola Palude di Torre Flavia” (per fare didattica nelle giornate di maltempo o quando non è possibile visitare l’area).
Le visite sono state articolate attraverso didattica e giochi su vari temi che comprendono il ciclo di gestione Valore-Minaccia-Risposte/Strategie (ittiofauna e piscicoltura, ciclo delle acque, mare e molluschi marini, flora e vegetazione palustre e dunale, gestione e tutela dei nidi di corriere piccolo con collocazione cartelli, piantumazione tamerici, pulizia spiaggia).
Progetto ISOLA DEL TESORO/PARCO ATTIVO 2° ANNO
Durante l’attuale anno scolastico, nel periodo 12 ottobre 2016-15 marzo 2017 hanno visitato l’area protetta nell’arco di 32 uscite: 40 classi, per complessivi 1329 studenti, appartenenti a 7 Istituti Comprensivi (scuole primarie e secondarie: I.C. C. Melone, Ladispoli 1, Ladispoli 2, Ladispoli 3, I.C. Salvo D’Acquisto, I.C. Ilaria Alpi, I.C. Marina di Cerveteri). Il progetto proseguirà fino a giugno. Oltre alle attività didattiche ordinarie saranno previste alcune giornate dedicate al tea dell’impatto della plastica sulla biodiversità e gli ecosistemi.
Basi concettuali delle diverse attività
Le attività didattiche conterranno anche i seguenti temi:
VISITE ESPERIENZIALI: finalizzate a ridurre il deficit di natura delle giovani generazioni attraverso la raccolta, allevamento e liberazione di piccoli anfibi e pesci; raccolta di conchiglie e detrito naturale spiaggiato; PER L’AREA PROTETTA SI STANNO SELEZIONANDO LE SPECIE CHIAVE ESPERIENZIALI (EKS) PIU’ IMPORTANTI.
i PLASTIC BLITZ che hanno lo scopo di comunicare e rendere consapevoli i cittadini dei problemi derivanti dalla presenza delle materie plastiche disperse direttamente o indirettamente nell'ambiente, con particolare riguardo agli ecosistemi marini e costieri ove queste sostanze si accumulano. Tali materiali recano un impatto su molte componenti animali e vegetali della biodiversità (prevalentemente intrappolamento, avvelenamento e soffocamento) con effetti complessi anche a livello delle catene alimentari e sull'Uomo. La manifestazione ha visto la presenza di alcune decine di partecipanti che, coordinati da personale dell'Ente, hanno svolto una prova pratica di rimozione del detrito antropogeno spiaggiato (plastiche), con un protocollo tale da indurre il minimo impatto da calpestio sulle dune e la vegetazione. In particolare, dopo una mini-lezione sul tema e una spiegazione del protocollo sul campo, è stata avviata la raccolta secondo settori definiti che ha portato alla rimozione delle meso-plastiche (< 10 cm) che verranno differenziate, quantificate e analizzate nei prossimi giorni.
Progetto: Tutela dei siti di nidificazione di uccelli caradridi (con particolare riferimento al Fratino, Charadrius alexandrinus; All. 1 Dir. 147/2009/CE) e della vegetazione psammofila degli ambienti dunali (habitat 1210; Dir. 92/43/CEE) presso il Monumento naturale (ZPS) “Palude di Torre Flavia”.
Introduzione
Il litorale laziale è interessato dalla nidificazione di due specie di uccelli caradridi (Charadrius dubius e C. alexandrinus) lungo alcuni settori circoscritti di ambienti dunali costieri. In particolare il Fratino rientra tra le specie minacciate e in forte declino numerico (è inserita in All. 1 Dir. 147/2009/CE) in larga parte dovuto ad una serie di minacce legate alla pressione antropogena sugli ambienti di nidificazione, costituiti da tali ambiti litorali. Tra queste le principali sono dovute alla distruzione e degrado del proprio habitat principalmente indotto dalla pulizia meccanica delle spiagge, dal calpestìo dei fruitori degli arenili, dal transito di veicoli fuoristrada, dalla presenza di cani vaganti (padronali e non). All’origine di queste minacce possono essere individuate le seguenti driving-forces (fattori determinanti): (i) elevata densità demografica delle aree costiere (presenza di molti centri urbani; conseguente carico fruitivo, soprattutto nel periodo primaverile-estivo); (ii) mancanza di una consapevolezza del valori rappresentati da questi ambienti, delle specie presenti (animali e vegetali) e del loro ruolo ecologico sia nei concessionari di stabilimenti balneari sia nei singoli fruitori. Questo problema di conservazione su un valore di biodiversità può essere risolto analizzando le minacce e ponendosi obiettivi specifici atte a risolverle attraverso strategie di risposta (progetti e azioni; Fig. 1).
Fase di contesto (analisi della situazione).
Nel Monumento naturale ‘Palude di Torre Flavia’ (D.P.G.R. n. 613 del 24 marzo 1997), area protetta di interesse provinciale (L.R. 29 del 6 ottobre 1997) gestita in economia dalla Città Metropolitana di Roma Capitale, sono da anni presenti alcune coppie nidificanti di caradridi. Durante l’attività pluriennale di gestione dell’area protetta è stato rilevato come, anche localmente, le minacce da calpestìo, cani vaganti, transito veicoli fuoristrada e sottrazione intenzionale di nidi e uova si sono manifestate nell’area, alle quali si può aggiungere il materiale abbandonato dai pescatori (ami e lenze) e da altri fruitori che possono intrappolare gli adulti di questa specie.
Definizione del progetto
L’esperienza di gestione pregressa. Punti di forza e punti di debolezza.
La tutela dei nidi di caradridi nel Monumento naturale Palude di Torre Flavia è stata già avviata da oltre dieci anni dal personale in servizio nell’area protetta attuando azioni ordinarie che hanno previsto la chiusura dei settori di nidificazione lungo la linea di costa dall’inizio della primavera alla fine dell’estate. Nel 2017 l’Ente gestore ha avviato un progetto di educazione ambientale di carattere esperienziale denominato ‘Isola del tesoro’, avviato nel 2016 in seno al Progetto EU Life ‘Go Park’ (3571 studenti coinvolti), che ha previsto la comunicazione agli studenti del valore di queste specie e degli ecosistemi dunali e la delimitazione dei settori da parte degli stessi. Durante il 2017 è stato avviato anche un campo sperimentale di sorveglianza a due nidi di Fratino e uno di Corriere piccolo che hanno nidificato nell’area protetta. Tale esperienza che ha visto il coinvolgimento di 71 volontari consentendo di evidenziare punti di forza e di debolezza, opportunità e minacce emerse durante questa attività (Analisi SWOT). Nello specifico, sono emersi i seguenti:
Punti di forza:
- alta adesione all’iniziativa da parte di volontari;
- entusiasmo, motivazione degli stessi volontari, eterogeneità (diversità cognitiva) dei volontari: preparazione tecnica in settori differenti di alcuni volontari (ad esempio, esperti di razze canine e della relativa attitudine predatoria; esperti di tecnologia digitale: uso di droni, utilizzo di app utili al coordinamento dei volontari: es. Doodle);
- desione di associazione ambientaliste (WWF, LIPU, MareVivo e altre locali);
- organizzazione da parte di un Ente parco con propria base (centro visite),
- magazzino attrezzi e disponibilità di materiali (pali di castagno, corde, nastri segnaletici, cartelli);
- supporto di stakeholders locali (stabilimenti balneari, pescatori di Porto Pidocchio a Ladispoli: fornitura di cordame marinaro);
basso costo dell’intervento; burocrazia limitata (assente);
Punti di debolezza:
- difficoltà nel coprire i turni di sorveglianza;
- difficoltà nel coordinamento tra volontari (messaggistica istantanea limitata);
- scarsa riconoscibilità dei volontari (mancanza di tesserini di riconoscimento);
- mancanza di un modulo formativo per i volontari: sulla specie Fratino, sugli ecosistemi dunali, sul comportamento da tenere presso i siti (distanze da tenere, modalità di approccio e comunicazione ai fruitori, ai padroni di cani, ecc.; numeri di telefono di emergenza e modalità di allerta Organi di PG);
- limitato materiale informativo da distribuire;
- scarso coinvolgimento degli Enti locali;
- mancata comunicazione agli stakeholders locali (alcuni stabilimenti);
- scarsa visibilità dell’Ente;
- dinamiche di gruppo conflittuali e parziale perdita di coesione tra volontari durante il campo;
- scarse risorse a disposizione (personale istituzionale, materiali, attrezzature).
Opportunità:
- ripristino degli ecosistemi dunali (habitat 1210) grazie al ruolo di specie ombrello dei caradridi;
- coinvolgimento delle scuole, didattica specifica sui temi del mare, delle coste, degli ecosistemi;
- opportunità per veicolare il valore di tutta l’area protetta alla popolazione locale;
- opportunità di aggregazione per volontari, stahkeholders e associazioni;
- possibilità di aggiornamento sui temi ambientali da parte di volontari.
Minacce (al progetto):
- collocazione dei siti in contesti ad altissima vulnerabilità;
- bassa consapevolezza di alcune Istituzioni;
- resistenze da parte di stakeholders locali (punto di debolezza: mancanza di comunicazione);
- comportamenti anti-sociali (vandalismi, superamento delle aree delimitate);
- troppa visibilità e fuga di notizie sulla presenza di nidi e pulli in situazioni critiche (ad es., periodo della schiusa); presenza di fotografi senza spirito etico.
Obiettivi e azioni
Sulla base dell’analisi delle minacce di Fig. 2 e delle esperienze pregresse, sono state previsti 4 obiettivi e relative azioni, ciascuna orientata a specifici target e minacce.
Azione 1. Delimitazione dei settori dunali con presenza potenziale o effettiva di nidi di caradridi.
Obiettivo generale. Tutela dei nidi di caradridi e della vegetazione psammofila (habitat 1210) attraverso la mitigazione della pressione da calpestio.
Obiettivo specifico. Riduzione dell’80 % del numero di fruitori che frequentano i siti di nidificazione. Indicatori di risultato (outputs): numero di settori delimitati; superficie totale e per settori; quantità di materiale utilizzato (numero pali, numero cartelli, ...). Indicatori di efficacia di conservazione (outcomes): numero di nidi tutelati con successo (di entrambe le specie di caradridi); numero di uova schiuse; numero di juv involati
Azione 2. Campo di sorveglianza attiva dei nidi.
Obiettivo generale. Controllo attivo dei nidi finalizzato a garantire il successo della nidificazione dei caradridi, mitigando il disturbo (calpestio dei fruitori e transito di cani al seguito) nei settori delimitati.
Obiettivo specifico. Tutela del 100% nidi nei settori delimitati. Indicatori di risultato (outputs): numero di volontari al campo; numero ore di lavoro al campo; % di giornate festive coperte. Indicatori di efficacia di conservazione (outcomes): numero di nidi tutelati; numero di uova schiuse, numero di juv. Involati; rapporto tra numero di persone disincentivate ad entrare nelle aree delimitate e numero persone totali (efficacia del campo).
Azione 3. Comunicazione.
Obiettivo generale. Incremento di consapevolezza del pubblico fruitore e della comunità locale sul valore degli ecosistemi dunali con particolare riferimento alla vegetazione psammofila (habitat 1210) e ai caradridi.
Obiettivo specifico. Incremento del 50% del numero di fruitori consapevoli della presenza locale dei caradridi, del valore delle dune e della vegetazione psammofila. Indicatori di risultato (outputs): numero di documenti informativi distribuiti; numero di persone contattate durate il campo; numero di comunicati stampa e news usciti sui social e stampa locale; numero di comunicazioni indirizzate ad Enti. Indicatori di efficacia di conservazione (outcomes): numero di fruitori consapevoli della presenza locale dei caradridi, del valore delle dune e della vegetazione psammofila (attraverso questionari).
Azione 4. Clean-ups
Obiettivo generale. Rimozione ami, lenze e altro detrito antropogeno spiaggiato o abbandonato in sito da pescatori, al fine di ridurre il rischio di impatto (intrappolamento) su adulti di caradridi.
Obiettivo specifico. Riduzione dell’80% di ami, lenze e altro detrito antropogeno spiaggiato o abbandonato in sito nei settori prospicenti ai siti di nidificazione dei caradridi (rispetto al periodo precedente la nidificazione). Indicatore di risultato
(outputs): numero lenze rimosse/area e metriche similari.
Bibliografia:
Battisti C. (a cura di), 2006. Biodiversità, gestione, conservazione di un’area umida del litorale tirrenico: la Palude di Torre Flavia. Gangemi editore – Provincia di Roma, Assessorato alle politiche agricole e dell’ambiente, 496 pp.
Battisti C., Luiselli L., Pantano D., Teofili C., 2008. On threats analysis approach applied to a Mediterranean remnant wetland: Is the assessment of human-induced threats related into different level of expertise of respondents? Biodiversity and Conservation, 16: 1529-1542.
Salafsky N, Margoluis R, Redford KH, Robinson JG (2002) Improving the practice of conservation: a conceptual framework and research agenda for conservation science. Conservation Biology 16:1469–1479.