Il Rebirth Forum applica i concetti della Demopraxia e della Trinamica, così come enunciati da Cittadellarte e Michelangelo Pistoletto, e fa propri i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile Agenda 2030 ONU.
IL PRIMO REBIRTH FORUM ROMA
Perché 86 organizzazioni hanno partecipato? Per realizzare un prodotto di social design politico, sociale, economico.
Cosa si vuole realizzare? Un metodo per lo sviluppo di un modello organizzativo responsabile e sostenibile.
Qual è il riferimento? I 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile Agenda 2030 ONU.
In quanto tempo? Ci prendiamo un anno di tempo, cantiere, per aggiungere le idee condivise all’interno delle organizzazioni partecipanti.
Che domande ci siamo posti?
• Come entrano, oggi, gli SDGs nella vostra organizzazione?
• In relazione alla vostra ESPERIENZA e alle vostre ATTITUDINI, quali possono essere le AREE di INTERVENTO in riferimento all’obiettivo 11: Città e Comunità Sostenibili?
• Come portare, nell’immediato, l’obiettivo 11 nella vostra organizzazione?
Come mantenere la rete e organizzare i cantieri?
Quali sono state le risposte collettivamente proposte?
• Conoscenza del territorio, sia come LUOGO che come PERSONE
• Formazione: ADEGUATA all’evoluzione contesto; che preveda un COINVOLGIMENTO ATTIVO delle persone; che possa essere anche INFORMALE per offrirne l’accessibilità a tutti.
• Azione: il CHI – Istituzioni, Aziende, Società Civile; il COME - Arte/Cultura, Cittadinanza attiva, Abbattimento stereotipi.
• Comunicazione: attraverso pratiche di NETWORKING, PROSSIMITÀ/RELAZIONE, Organizzazione e diffusione dati.
Come agire direttamente partendo da sé stessi?
• Costruire, attraverso l’arte, ponti verso l’esterno delle organizzazioni, anche come strumento di cura e riqualificazione. Esempi: Croce Rossa Italiana e Rome City of Film (concorso di cortometraggi sul tema “La Città ideale”).
• Intercettazione dei giovani attraverso comunicazione adeguata all’età.
• Didattica informale come strumento d’ingaggio di pubblici diversi.
• Educare e sensibilizzare alla consapevolezza e alla cura del territorio (piazze, strade, marciapiedi, ecc). Esempio: “Progetto riqualifica Piazza Annibaliano”.
• Mappatura del territorio, dei mestieri, dell’accessibilità e dell’inclusione. Esempio: “Mappatura della storia delle persone nel sentiero urbano”.
• Rete amministrazioni locali coerente per obiettivi.
• Imparare dai modelli di successo (e di insuccesso).
• Creare una rete d’incentivi alla responsabilità sociale.
• Banca del Tempo pratica.
• Rimanere in contatto e creare nuovi contatti.
• Mobilità sostenibile e relazioni interpersonali.
• Piattaforma web per lo scambio di saperi e buone pratiche.
• Biblioteche di quartiere avamposto di territorio.
• Museo delle Periferie (RIF).
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Metodo del Rebirth Forum permette di facilitare il dialogo tra pratiche informali e Istituzioni.
Associazione culturale Progetto Celio Piazza del Colosseo, Roma
Una progettazione partecipata nell’area del Celio tra nucleo abitato, archeologia, architettura, verde e percorsi antichi...........
Con l’Associazione “Il Sogno di Roma ed Europa” di Piero Meogrossi e “Urban Experience&am
ASSOCIAZIONE CULTURALE PROGETTO CELIO Costituita con atto notarile del 01-07-1994 Sede legale: Via Claudia 24 00184 Roma e-mail: progettocelio@libero.it
Con l’Associazione “Il Sogno di Roma ed Europa” di Piero Meogrossi e “Urban Experience” di Carlo Infante
Una progettazione partecipata nell’area del Celio tra nucleo abitato, archeologia, architettura, verde e percorsi antichi
L’inizio di un progetto che continua: la partecipazione itinerante alla ricerca dei Luoghi Un primo tentativo di applicazione del metodo del laboratorio di progettazione partecipata è stato messo in atto nell’aprile 2016 dall’Associazione Culturale Progetto Celio che ha proposto delle linee guida per una proposta di riqualificazione generale del Parco del Celio in relazione alla sua area di contesto archeologico, architettonico e paesaggistico, e alla sua funzione di cerniera tra la valle del Colosseo e dei Fori e delle Terme di Caracalla-Mura Latine-via Latina-via Appia Antica. Il progetto partecipato, denominato “Un progetto per il Celio: a spasso con la Storia alla ricerca dell’identità dei luoghi”, si è sviluppato a partire dalle linee guida fondate sulla conoscenza delle stratificazioni storiche, sulla riscoperta delle tracce antiche, sulla lettura di sistemi geometrici e simbolici che guidarono le costruzioni e tracciarono i percorsi, sui percorsi dell’accoglienza, sulla reinterpretazione degli spazi resi vivibili e sostenibili, sul recupero e riuso di edifici, clivi, vicus, boschi secondo leggi, storie, miti e leggende. I luoghi hanno così parlato con le tracce lasciate nella storia, con i nodi, gli assi, i simboli veicolati da spazi e tempi lontani come ci ricorda Piero Meogrossi dell’Associazione “Il Sogno di Roma ed Europa” quando dice: “Forse la parola adatta è nostos, un viaggio di ritorno mentale e di ricostruzione indirizzato a riconoscere le eredità stratigrafiche ricercate con l’arte dell’architettura per provare ad interpretare i Bi-Sogni della contemporaneità.(………) La visione complessa e all’apparenza contraddittoria della rete geografica condensata nelle stratigrafie del modello Roma costituisce infatti la rete di spazi modellati dall’architettura e dal paesaggio, imbastisce ruoli e funzioni di mappe diverse utili a riscoprire culture e forme un tempo capaci di restituire equilibri , testimonianze marcate come caposaldi senza più tempo (Palatino, Colosseo, Celio, Appia…) , valori di una topografia che è ancora oggi in grado di rompere le simmetrie dell’origine per aiutare a rileggere le misure del territorio in modalità meno antropocentrica.(……...) Le stratificazioni della Polis Roma restano dunque il modello di sintesi delle leggi di terra e di cielo ereditate dagli esploratori greci approdati in Italia per fondare Roma il XXI Aprile del 753 a.C. quando osservando i pianeti allineati tra loro sul piano dell’eclittica si rendeva visibile il tracciato fra la luna e il sorgere del sole, l’angolo fra terra e cielo misurato per selezionare in terra il decumanus invisibile di Roma. Tanti caposaldi naturali ed antropici, visibili ed invisibili, costituiscono dunque il riferimento per le connessioni tra epoche diverse e marcano, ancora oggi, i centri geometrici di archeologie monumentali come quelle tra il colle Palatino e il colle Celio ed Oppio, tra il centro dell’arco di Costantino e quello del Colosseo Flavio”. Ma i luoghi hanno parlato anche con la voce dei suoi abitanti, residenti vecchi e nuovi, viandanti, studiosi, religiosi, homeless. Dice Carlo Infante di “Urban Experience”: “Oltre lo storytelling ciò di cui si tratta in questa progettazione-metodologia è nell’ibridazione narrazione-azione, facendo direttamente “parlare” i territori, creando le condizioni abilitanti, ludiche e partecipative, per mettersi in sintonia con il genius loci mentre lo si esplora, operando su format di performing media che vanno oltre il dato di rilevazione delle storie per bensì rivelarle nelle geografie che si abitano, sia stabilmente sia in via temporanea. C’è una frase di Tolstoj che può ben definire il principio attivo che sta a monte dei processi del performing media storytelling: “Se descrivi bene il tuo villaggio parlerai al mondo intero”. È netta, precisa ed evocativa. Fa capire quanto sia importante essere consapevoli della propria identità e allo stesso tempo cercare di misurarci con il mondo tutto, senza rimanere prigionieri nella propria memoria, per liberare un’energia d’innovazione culturale decisamente glocal”. Il coinvolgimento del maggior numero di cittadini, di soggetti economici, culturali, professionali ed istituzionali dentro e fuori del rione dovrà continuare ad essere l’asse portante di un’operazione tesa a consolidare il tessuto sociale ed i rapporti della nostra comunità urbana situata in un luogo di straordinaria bellezza e di grande importanza all’interno dell’area archeologica più grande del mondo. L’obiettivo principale è quello di valorizzare l’identità storica e ambientale dell’area del Celio quale anello di congiunzione fra l’Appia Antica e la valle del Colosseo con interventi materiali e immateriali compatibili, sostenibili, sistemici, glocal. La proposta delle linee progettuali è partita dall’analisi della situazione reale dell’area del Celio e delle sue funzioni, dalla lettura dei suoi segni storici stratificati nel tempo, e dalla consapevolezza delle enormi potenzialità che il territorio suggerisce a partire dai percorsi antichi che, dalla trama ottocentesca del nucleo abitato fino al Parco del Celio, alle Mura Aureliane ed alla valle del Colosseo, costituiscono un reticolo urbanistico, storico ed archeologico da poter rileggere attraverso le loro assialità, i loro nodi, i loro insiemi. Con il reticolo di vie, clivi, e vicus da ricomporre per una lettura storica del territorio, c’è una trama verde da ricucire e valorizzare per una piena fruizione dei luoghi e del paesaggio, dal Colle Oppio al Parco del Celio, a villa Celimontana, alla Passeggiata archeologica. Con la ricerca incessante dell’allargamento della rete di soggetti progettuali, abbiamo intrapreso questo percorso per ricucire tutti i frammenti di questo mirabile scenario che alle porte della valle del Colosseo e l’area archeologica centrale dei Fori si estende dalla Domus Aurea e dalle Terme di Traiano del Colle Oppio fino al Parco del Celio e al Circo Massimo, da villa Celimontana alla Passeggiata archeologica fino all’Appia Antica passando per le Terme di Caracalla, da Porta Metronia a Porta San Sebastiano lungo il limite delle Mura Aureliane. Lungo questi percorsi disseminati di chiese, conventi, oratori, edifici storici, giardini, grandi testimonianze archeologiche, oggi si perde il senso della meraviglia e della storia tra strade dissestate, sporcizia, cassonetti straboccanti di rifiuti, cantieri della metropolitana, depositi impropri, passaggi e parcheggi abusivi di auto, tavolini ed altri arredi fuori controllo. L’indagine sul rione effettuata dall’Associazione Progetto Celio ha costituito un primo passo per portare all’attenzione delle Amministrazioni e delle Soprintendenze il problema di questa meraviglia dimenticata ma anche le grandi opportunità che quest’area può esprimere per la straordinarietà dei luoghi e per le risorse umane che può attivare.
I percorsi e i luoghi tra funzione moderna e memoria storica Il recupero ed il rilancio dei “cammini storici”, per essere efficace, deve risolvere la questione del loro inserimento nella città e nei tessuti urbani che attraversano. Per questo una prima necessità è quella di assicurare un’ armonica conclusione del viaggio di chi viene da fuori fornendo la possibilità di cammino gradevole fino alle mete finali. Una seconda è la connessione dei cammini storici con il reticolo di percorsi pedonali urbani, che fornisca collegamento tra spazi verdi, accesso pedonale ai luoghi di pregio e di valore artistico, archeologico e paesaggistico, ma anche a luoghi di spettacolo, di cultura, di eventi, di attività innovative.
La partecipazione itinerante dei walkabout tra Cielo e Terra Le forme della partecipazione all’interno delle quali sono maturate le linee guida del progetto sono state molteplici: dal tradizionale Forum con facilitatore, ai Laboratori tematici, al walkabout. Walkabout significa “cammina in giro”: è un format di performing media in cui conversazioni peripatetiche si combinano con trasmissioni radiofoniche nomadi. L’Associazione “Urban Experience” che partecipa al nostro laboratorio progettuale gioca con questa definizione associandola a “talkabout” (parlare di…), rilanciando così le esplorazioni urbane che coniugano cose semplici come passeggiate e conversazioni con le complessità inedite del Performing Media-storytelling in cui la narrazione partecipata è inscritta nell’azione “aumentata” dall’uso dei media radio e web. Queste conversazioni nomadi caratterizzate dall’ausilio di smartphone e cuffie collegate ad una radioricevente (whisper radio) permettono di ascoltare le voci dei walking-talking heads e repertori audio predisposti. Si tratta di palestre di cittadinanza attiva in cui si conversa “di fianco” mentre ci si guarda intorno, “apprendendo dappertutto” per attivare dei laboratori dello sguardo partecipato e di esplorazioni dei luoghi. Nel corso di queste “passeggiate attive di partecipazione” oltre la descrizione di fatti architettonici, archeologici, storici e naturalistici e aldilà delle narrazioni proprie del walkabout, sono emerse tra le persone analisi puntuali, suggerimenti, proposte. Si è trattato quindi di vere e proprie passeggiate partecipate perché tra le circa sessanta persone che hanno aderito in media alle tre iniziative peripatetiche molte hanno fornito ai microfonini con auricolare che collegavano tutto il gruppo, i loro suggerimenti e le loro proposte che hanno contribuito a strutturare il progetto per l’area del Parco del Celio e delle Mura Latine. L’Associazione Progetto Celio, insieme all’Associazione “Il Sogno di Roma ed Europa” e a “Urban Experience” ha gettato le basi al Celio per ideare opere di riqualificazione dei percorsi, di riallacciamento delle vie e della ricostituzione di un continuum della trama verde che leghi parchi, ville, archeologie, architetture in un unico incomparabile paesaggio. Il nostro progetto dovrà avere la caratteristica di un segmento imperniato sulle tracce della via Francigena e delle strade di San Gregorio Magno; ma anche di un sistema appartenente alla valle del Colosseo ed al Parco archeologico dei Fori, del Palatino e del Circo Massimo da una parte, e della Passeggiata archeologica, la Fonte di Mercurio, la valle delle Camene, le Terme di Caracalla, le Mura Aureliane ed i tratti urbani della via Appia Antica e della via Latina fino a San Giovanni a Porta Latina dall’altra. Infatti è proprio dai monasteri compresi all’interno del Parco Celio che si snoda il tracciato dei percorsi gregoriani e benedettini che anticipa di quattro secoli la Via Francigena dal Celio a Canterbury. Nel 590 d.C. Papa Gregorio Magno organizzò la prima spedizione di evangelizzazione della Britannia, con quaranta monaci, condotti dal Priore Agostino, fino a Canterbury, tracciando di fatto il percorso che quattro secoli dopo sarebbe stato della Via Francigena istituita da Sigerico. Ma tornando al nucleo del Celio, il sistema dei percorsi che trova il suo centro nel Parco del Celio, dovrà colloquiare anche con le chiese, le cappelle, i monasteri, il Clivo di Scauro e l'antica topografia dello scomparso vicus Capitis Africae, della via Caelemontana oggi via di Santo Stefano Rotondo, della via Tusculana oggi via dei Santi Quattro. Chiude questo grande reticolo la sistina via Papalis oggi via San Giovanni in Laterano che conduce alla Porta Asinaria e di lì alla Porta Metronia, alla Porta Latina ed alla Porta San Sebastiano, che introduce alla via Appia Antica, per una passeggiata lungo questo mirabile perimetro di Mura Aureliane. Nella valle del Colosseo la devastata area attende di diventare la piazza del terzo millennio per riunificare i Fori e per cambiare l'assialità innaturale dell'attuale via dei Fori con le strade che discendendo dalla Suburra monticiana attraverseranno il Foro puntando verso il Velabro, il Tevere ed il Giardino degli Aranci sull'Aventino passando per il lato nord del Circo Massimo. All’interno di questa idea di sistema spaziale e temporale e di questa trama verde da riallacciare, intendiamo pensare alla restituzione del tessuto di percorsi antichi dell’area del Celio alle loro funzioni di camminamenti, di luoghi identitari, di collegamenti di chiese, monasteri, archeologie, edifici civili di rilievo architettonico e culturale. Vorremmo, nello spirito della conoscenza non solo dei monumenti ma anche delle persone, che si incontrassero gli aspetti colti e quelli della quotidianità, che si scambiassero culture diverse, che si riscoprissero aspetti universali nel confronto delle tante identità, culture, religioni. Che questa proposta di progetto possa essere un frammento di un vasto piano di sistema all'interno del quale ci siano persone e non solo turisti: abitanti, artisti, artigiani, religiosi, teatri, gallerie d’arte, centri musicali, esercenti di locali compatibili con i luoghi e sostenibili con l’ambiente, funzionali al recupero dell'area. Arch. Paolo Gelsomini (Presidente dell’Associazione culturale “Progetto Celio”)